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Età moderna

Questo sommario ha lo scopo di indicare il piano complessivo. Solo i titoli dei capitoli finora pubblicati sono selezionabili.

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Alla scoperta degli uomini

Il rinascimento europeo si caratterizza per tre nette fratture con l'epoca medievale. La prima consiste in un ritorno alle fonti letterarie e filosofiche dell'antichità, che si verifica al di fuori delle Università, sempre meno protagoniste delle più interessanti proposte culturali. Questo «umanesimo», anticipato da Nicola di Cusa, ha per teatro soprattutto la Toscana (Marsilio Ficino, Lorenzo Valla). La seconda avviene nel momento in cui le tensioni innovatrici all'interno del cristianesimo si concentrano nella riforma di Martin Luther [p], che pone fine all'indiscussa unità religiosa dell'Europa ponendo alcune premesse per l'affermazione della soggettività umana. La terza coincide con l'avvento di nuove visioni del mondo svincolate dalla fisica di Aristòtele; qui, accanto a diverse proposte di filosofia naturale (Bernardino Telesio, Giordano Bruno, Tommaso Campanella) accomunate da una visione organica e unitaria del mondo, bisogna registrare le figure di Francis Bacon [p] e Galileo Galilei: soprattutto quest'ultimo tramite la riflessione sul metodo sperimentale e sull'applicazione della matematica ai fenomeni fisici inaugura la delicata separazione tra filosofia e scienza. Il tentativo di reintegrare la nuova scienza in una visione complessiva della realtà culmina nella filosofia di René Descartes [p], in cui lo spazio per l'indagine sull'anima e su Dio viene tutelato da una netta distinzione tra materia e spirito. La discussione su questo tentativo sarà molto lunga e vivace. 

I fermenti gettati nel Rinascimento dànno vita nel volgere di pochi decenni ad una effervescenza di proposte speculative spesso in fitto dialogo fra di loro, anche grazie al nuovo ruolo della stampa e delle istituzioni culturali. Thomas Hobbes [p], partendo da una visione pessimistica dell'uomo, giunge per la prima volta ad individuare lo spazio per una filosofia politica autonoma. Bento de Spinoza [p] rifiuta la dicotomia tra materia e spirito, inserendo la nuova scienza della natura nella perfetta geometria di un mondo identificato con Dio stesso. John Locke [p] affronta il problema critico dei limiti della conoscenza umana, gettando le basi di una coerente filosofia empirica. George Berkeley [p], partendo dagli stessi presupposti di Descartes, elimina la realtà della materia come un'inutile ipotesi. Isaac Newton [p] fonda la sua epocale ricostruzione della meccanica dell'universo sull'idea di Dio architetto dell'universo. Gottfried Leibniz [p] riprende molti spunti di Platone e della Scolastica costruendo l'immagine dichiaratamente ottimistica di un'universo percorso da una vita infinita. Giambattista Vico infine individua la sola storia umana come campo di autentica conoscenza. Sono proposte che condividono l'esigenza di superare e arricchire i confini della filosofia cartesiana, tramite un ricorso ora all'esperienza ora alla ragione. 

La nuova unità culturale costruita nell'epoca barocca prosegue solo parzialmente nell'età dell'illuminismo, il quale accomuna sì in uno sforzo di rinnovamento l'intera Europa, ma assume caratteri profondamente differenti nelle varie nazioni. In Francia si tratta di un'illuminismo che tende alla critica sociale e alla sistemazione di un nuovo sapere, sia facendo ricorso ad una ragione di tipo scettico (Voltaire [p]), sia invocando un ritorno alla natura e al sentimento (Jean-Jacques Rousseau [p]). In Gran Bretagna la linea dominante è quella empiristica, diretta sia nel campo morale (Shaftesbury [p] e Jeremy Bentham [p]) sia in quello conoscitivo (David Hume [p]). In Germania infine l'illuminismo assume un carattere spiccatamente critico e sistematico. Alla costruzione di un completo sistema razionalistico da parte di Christian Wolff [p] si affianca la critica storica e religiosa di Gotthold Ephraim Lessing [p] e soprattutto l'impresa di Immanuel Kant [p]. Egli presenta la sua filosofia come interprete più adeguata dell'Illuminismo: una filosofia come liberazione da ogni vincolo autoritario e scoperta nell'animo umano delle fonti della conoscenza e della moralità. 

Le discussioni sulla filosofia di Kant sono in gran parte all'origine della breve e intensa stagione del Romanticismo tedesco, in cui le tendenze culturali e artistiche del tempo vengono tradotte in raffinate e complesse forme speculative. Johann Gottlieb Fichte [p] sviluppa la filosofia critica di Kant in direzione idealistica, concependo l'uomo, nella sua assoluta libertà e tensione verso l'infinito, come origine e senso di tutta la realtà. Friedrich Schelling [p] intende completare questo modello di filosofia «trascendentale» affiancandovi una filosofia della natura che segua l'emergere dell'uomo a partire dalle forme di esistenza più elementari. Infine Georg Wilhelm Friedrich Hegel [p] ritiene che lo iato tra filosofia trascendentale e filosofia della natura possa essere colmato solo tramite una filosofia dello spirito che prenda in considerazione la realtà umana in tutte le sue espressioni sociali, storiche, artistiche, religiose: la filosofia diventa così la perfetta autocomprensione dell'uomo.  

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Ritratto fiammingo di donna

Maestro di Flémalle, Ritratto di donna. Il genere pittorico del ritratto diventa frequentissimo solo in piena età moderna, con il progressivo affermarsi della borghesia europea. È così che volti che ci rimangono sovente sconosciuti fanno la loro comparsa in opere spesso di livello altissimo, con tutto il loro spessore di carattere, di umanità e di storia.

Benché vada sfumato e precisato, il tema della centralità dell'uomo nella filosofia moderna corrisponde bene a questa nuova tendenza figurativa: dall'uomo «congiungimento dell'universo» del Rinascimento all'uomo «uscito dalla minore età» di Kant, quattro interi secoli sono dedicati ad un lungo e appassionante autoesame attraverso lo specchio della natura, della morale e della società.


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