Recensione a Milena Carrara Pavan (curatrice), I mistici nelle grandi tradizioni. Omaggio a Raimon Panikkar

Milena Carrara Pavan (curatrice), I mistici nelle grandi tradizioni. Omaggio a Raimon Panikkar. Edizione con dvd, Jaca Book, Milano 2009, pp. 240, € 28,00.

«Due sono le cose che rendono l’uomo ciò che è: la consapevolezza di essere uomo e, al tempo stesso, il non sapere che cosa “uomo” sia». Con questa considerazione Raimon Panikkar ha aperto il Convegno internazionale organizzato per rendergli omaggio in occasione nel suo novantesimo compleanno a Venezia, dal 5 al 7 maggio 2008. Convegno che ha visto riunirsi studiosi e amici del filosofo catalano provenienti da ogni parte del mondo, i cui contributi sono in buona parte ripresi in questo volume, appena uscito in libreria.

Ciò che caratterizza l’uomo è il suo essere rivolto verso la realtà, aperto al suo mistero; per questo l’uomo ha religione, mentre le altre creature non l’hanno. Religione non è credenza in una particolare dottrina, né affezione per una certa immagine mentale della divinità; religione è percezione di quella trascendenza che chiama a sé, senza che sia mai possibile afferrarla, che si offre proprio nel momento in cui si nasconde e si ritira. In questo la religione è mistica, cioè percezione di quella dimensione della realtà che sfugge alla ragione ma che pur è possibile incontrare nell’esperienza. Perché la mistica non è affatto bagliore accecante o rivelazione sovrannaturale; essa è al contrario di un’intima immanenza, è l’esperienza dello spessore e della profondità delle cose, che è in un certo senso «oltre» le cose, ma non «al di fuori» di esse. Mistico è chi è in grado di vedere nel seme la rosa fiorita, senza conoscere il come della fioritura, ed è capace di gioire della rosa fiorita, senza che tale gioia abbia un perché. Il mistico, il religioso, il saggio convergono in questo punto.

Il fondamento della mistica è la consapevolezza che non si può essere onniscienti: «se conoscessi la risposta a ogni domanda, sarei insopportabile», dice Panikkar. La conoscenza della propria limitatezza, invece, schiude le porte alla saggezza, e alla virtù che le è propria: l’umiltà. Che non è falsa modestia, né autoavvilimento; al contrario, è sincerità e onestà irremovibili. A sua volta, l’umiltà genera quel senso di «beatitudine» che fa parte spesso dell’iconografia dei mistici, non solo cristiani. Ecco perché Panikkar — come ricorda Jordi Pigem (p. 109), che di Panikkar è stato per molti anni segretario personale — ama ripetere, con Ramon Llull, che «il filosofo è sempre lieto» (così come ama ripetere, similmente, quel detto spagnolo per il quale «un santo triste è un triste santo»). La tristezza è infatti figlia dell’illusione, mentre l’umiltà — che è libertà dall’illusione di potere l’impossibile — non può che recare la gioia.

L’esperienza della realtà è al centro di questo libro (come, a ben vedere, è anche al centro di tutti i libri di Panikkar). Che tematizza la presa di coscienza di se stesso da parte dell’uomo in una prospettiva storico-evolutiva: si inizia con il misticismo cosmico naturale degli aborigeni australiani e si finisce con la filosofia della mistica, passando per le religioni abramitiche, il buddhismo giapponese, il taoismo cinese, la mistica moderna di Gandhi e Teilhard de Chardin. Con due precisazioni: che i termini «inizio» e «fine» tracciano un percorso del pensiero, ma non stabiliscono alcun progresso reale paragonabile all’accumulazione di un sapere; sono descrittivi di un processo, non di una gerarchia. Inoltre, gli stessi termini «inizio» e «fine» vanno presi in senso lato: così come l’inizio vero e proprio dell’umanità nella storia si perde nella notte dei tempi al di là di ogni storiografia e di ogni mitologia, allo stesso modo non c’è mai veramente fine all’esperienza umana.

Sono queste le linee su cui si innestano le riflessioni dei numerosi autori di questo Omaggio a Raimon Panikkar. Arricchito da un dvd che riprende gli interventi di Panikkar al Convegno, ma anche nella Basilica de’Frari e nel cortile di un albergo veneziano (intervista inedita in inglese, con sottotitoli in italiano). Il filmato contiene inoltre un intervento di Milena Carrara, curatrice del volume e dell’Opera Omnia di Panikkar in italiano, sempre per i tipi della Jaca Book.