Forme del sapere nel mondo antico

Nel luglio 2013 è stato costituito il Centro di studi interdipartimentale di antichità, matematica, filosofia «Forme del sapere nel mondo antico». In questa pagina le motivazioni alla base della creazione, informazioni complete sono reperibili nel sito istituzionale del Centro.

Uno dei grandi matematici del Novecento, attivo con David Hilbert all’Università di Gottinga, Otto Toeplitz, auspicava un deciso cambiamento nel modo di lavorare della ricerca sulla storia della matematica, un nuovo sistema di cooperazione tra filologia e matematica per poter aprire le porte dell’edificio della storia della scienza, e a questo scopo fondava, insieme con altri studiosi di primissimo piano come Otto Neugebauer e Julius Stenzel, la rivista «Fonti e studi per la storia delle scienze naturali e della matematica», che pubblicò contributi rimasti poi fondamentali e la cui attività fu presto interrotta a causa delle epurazioni operate dal regime nazionalsocialista. Il Centro di Studi «Forme del sapere nel mondo antico», di cui si propone la costituzione, fa proprio tale auspicio e intende mettere a sistema alcune eccellenze riconosciute a livello nazionale e internazionale, di cui il nostro Ateneo dispone. Linea tematica centrale è lo studio dell’origine e degli sviluppi del pensiero scientifico nel mondo occidentale, con riferimento primario all’antichità classica greco-romana, ma con sostanziali aperture verso il mondo arabo, indiano, cinese, il cui studio vive un rinnovato interesse a partire dagli ultimi due decenni e offre funzionale riscontro alla ricerca.

La prospettiva interdisciplinare

Il Centro, che per sua natura nasce dunque in una prospettiva interdisciplinare, mette in rete le attività di colleghi afferenti a tre diversi Dipartimenti: quelli di Matematica, di Studi d’Impresa Governo Filosofia, e di Studi Umanistici – Sezione Antichità classica. In questi Dipartimenti sono attivi studiosi le cui ricerche sulla scienza antica e sul suo contesto storico, istituzionale, sociale, culturale, nonché sulle ricadute dello studio dell’antichità per comprendere alcuni fondamentali sviluppi della scienza moderna e contemporanea, hanno acquisito una marcata visibilità internazionale; una cooperazione istituzionalizzata permetterà di sviluppare al meglio tale attività, mettendo in rete competenze diverse ma interrelate, e di renderne più visibili e meglio fruibili i risultati, consentendo anche agli studenti e ai dottorandi l’accesso a un patrimonio di studi altrimenti destinato a restare loro in gran parte precluso. Si tratta di ricerche sulla matematica, la medicina, l’astronomia, la geometria, la musica e l’armonia, e altre discipline, che possono essere svolte in modo corretto e fruttuoso solo mettendo in rete competenze che il singolo studioso non è in grado di possedere appieno, come ben vedeva Toeplitz, nonché sul metodo della ricerca scientifica nel mondo antico e sulle conseguenze che il contesto politico e sociale hanno sullo sviluppo dell’attività scientifica, ivi compreso il rapporto tra democrazia e progresso scientifico che caratterizza l’occidente, e il rapporto invece tra potere centralizzato e progresso scientifico tipico ad esempio dell’antica Cina, con le conseguenze che le diverse condizioni comportano per i risultati della ricerca.

La collaborazione sul piano nazionale e internazionale

Sul piano nazionale e internazionale si sono sviluppate negli ultimi anni attività che testimoniano la fertilità di una prospettiva di studio interdisciplinare sulla scienza, si pensi ai dodici volumi della grande Storia della Scienza Treccani, pubblicata in anni recenti, i cui due primi volumi sono dedicati ai temi di interesse del Centro con aperture anche verso il mondo orientale e del mediterraneo, a nuove riviste internazionali di recente fondazione come «Antiquorum Philosophia» o «Technai» (in Italia) o collane editoriali prestigiose ad esempio presso l'editore Walter De Gruyter (Berlino - New York) nonché ad esempio alle pubblicazioni dell'editore Adelphi sul tema del pensiero scientifico, al Museo di Storia della Scienza di Firenze o a quello Storia della Medicina di Roma, a centri di ricerca come il Max Planck Institut für Wissenschaftsgeschichte di Berlino, o alla sezione di storia della scienza del progetto TOPOI che mette in rete le due università pubbliche di Berlino, l'Accademia delle Scienze e il Max Planck Institut.

Con alcuni di tali Centri e Istituzioni, e in particolare quelli attivi a Berlino nonché con il «Centre for the Study of Manuscript Cultures» di Amburgo, dedito allo studio della materialità della trasmissione del sapere antico sia orientale che occidentale, si auspica una futura collaborazione sul piano scientifico; con alcuni di essi già in passato sono stati stipulati accordi di cooperazione internazionale. Disporre anche a Roma Tor Vergata di un Centro Studi scientificamente autonomo significherebbe facilitare tali contatti e poter mettere a frutto al meglio le competenze disponibili, stipulando accordi specifici.

Le attività del Centro

Il Centro si propone di organizzare Seminari e Conferenze sia specialistici e che aperti a un pubblico più vasto, Congressi nazionali e internazionali, pubblicazioni in sedi consolidate, collaborazione con altre istituzioni, collaborazione nell’attività didattica d’Ateneo a vario livello per un più attivo coinvolgimento degli studenti e dei dottorandi, e di operare al fine di una maggiore visibilità all’esterno delle attività di ricerca e delle eccellenze presenti in Ateneo sui temi in oggetto. Inoltre, il Centro si propone la partecipazione a bandi sia europei sia bilaterali di finanziamento della ricerca, che non sarebbe possibile in assenza di una struttura riconoscibile.

I promotori

Il centro è nato da una proposta di Lorenzo Perilli, Paolo Zellini, Fabio Stok, Virgilio Costa ed ha avuto l'adesione di numerosi colleghi dell'Università di Roma Tor Vergata e di altre istituzioni.