Guido Zingari

*
† 6/04/2009
Qualifica: Ricercatore
Settore scientifico-disciplinare: M-FIL/01 Filosofia teoretica
Corsi e ricevimento: Didattica Web
Sito personale: www.guidozingari.it/

Nota biografica

Guido Zingari, nato a Roma il 17 gennaio 1949, si è laureato in Filosofia nel 1974 presso l'Università di Roma La Sapienza, con una Tesi su Leibniz su temi logico-linguistici-ermeneutici (relatori i proff. M.M. Olivetti e T. Gregory). Dal 1974 è membro della G.W. Leibniz-Gesellschaft e.V. di Hannover. Ha collaborato in ricerche congiunte con i proff. E. Castelli, U. Spirito, V. Mathieu, W. Totok, A. Heinekamp, J. B. Lotz, F. Wiedmann, M. Perniola, E. Melandri, H. Poser, L. Pareyson, P. Zellini. Dal 1994-95 ricopre per affidamento la Cattedra di Filosofia del linguaggio presso il Dipartimento di Ricerche Filosofiche dell'Università di Roma Tor Vergata.

I suoi interessi e le sue ricerche si sono orientati fin dal 1974 su temi teoretici e storici e problemi di logica, linguaggio e interpretazione nella filosofia tedesca da Leibniz all'epoca dell'Aufklärung fino a Hegel e Heidegger. Membro della G.W. Leibniz-Geselleschaft di Hannover, ha condotto i propri studi in Germania a Monaco e a Hannover sotto la guida dei proff. H. Heinekamp e W. Totok. Nel contesto di ricerche logico-linguistiche, nel 1980 ha pubblicato in Studia Leibnitiana il saggio Die Philosophie von Leibniz und die »Deutsche Logik« von Chr. Wolff, cercando di mettere in luce, attraverso lo studio di documenti e di inediti, l'incidenza dell'empirismo inglese nel pensiero dell'Aufklärung e smentendo i numerosi luoghi comuni della storiografia filosofica su questi Autori. Parallelamente nei suoi studi sul linguaggio e l'interpretazione nella tradizione della filosofia tedesca contemporanea, con la ripresa del discorso metafisico di Leibniz, egli ha approfondito l'opera di Heidegger, con particolare riguardo al concetto di possibilità, come punto di raccordo speculativo tra questioni logiche, linguistiche ed ermeneutiche. Il concetto di «possibilità» da «non contraddizione» nella logica di Leibniz, assume infatti connotati ermeneutici e linguistici nell'ontologia esistenziale di Heidegger, mettendo in questione il dire e il linguaggio stessi come «possibilità intrinseche» del discorso filosofico. In tale contesto di problemi, oltre ad affrontare il significato del l'approccio linguistico nel saggio del 1977 Condizioni di lettura della «Teodicea» di Leibniz, ha approfondito i presupposti ermeneutici ne L'interpretazione della «possibilità» in M. Heidegger, dello stesso anno. L'intreccio tra logica, linguaggio e interpretazione in autori fondamentalmente diversi o adirittura opposti, quali appunto Leibniz, Hegel e Heidegger, ha rappresentato quindi il motivo dominante nella ricerca e nell'attività diddattica. Si legittimano in questa prospettiva, le numerose ricerche storiografico filosofiche su altri autori e su temi apparentemente estranei ai fondamenti di una filosofia del linguaggio, che invece contribuiscono a indicare il possibile significato del discorso filosofico in un'ampia apertura e prospettiva.

Ultimo aggiornamento: 15/05/2020