Recensione a Giovanni Salmeri, Ancora l’uomo. Una piccola introduzione alla filosofia

Giovanni Salmeri, Ancora l’uomo. Una piccola introduzione alla filosofia, Cantagalli, Siena 2011.

Si può considerare un’introduzione innovativa quella che propone Giovanni Salmeri. Edito da Cantagalli, il saggio manifesta ameno due immediate caratteristiche meritorie di fondo: quello di distinguersi dal cliché delle presentazioni filosofiche tradizionali; e quello di rendere accessibile le prospettive essenziali del pensiero occidentale senza banalizzarne o tradirne la complessità dei contenuti.

La prima caratteristica del libro, dunque, si riassume, sebbene l’autore stesso tenti con modestia di smentirlo, nell’originalità della sua impostazione. Essa la si può cogliere, per esempio, già nel titolo: Ancora l’uomo, evocazione accattivante che rivela esplicitamente come l’orizzonte in cui la presentazione filosofica intende muoversi sia prettamente antropologico. Come premette Salmeri, infatti, il volume non vuole essere una «piccola storia della filosofia», ma bensì una riflessione mirata alla dimostrazione della tesi che il compito della filosofia oggi è quello di «difendere la realtà dell’uomo» (p. 5). La diversità rispetto alla maggior parte dei trattati in commercio, in altre parole, consiste nel fatto che questa riflessione sulla «storia» della filosofia non è direttamente declinata all’aderenza cronologica e alla fedeltà verso le denominazioni usate per catalogare gli indirizzi di pensiero tradizionali, ma bensì alla dimostrazione della tesi summenzionata, la quale, come viene precisato, è esattamente il criterio guida che ha orientato la scelta dei temi affrontati e la connessione tra loro. Soprattutto, però, è originale la formula editoriale scelta, che risulta appunto studiata con grande cura e intelligenza. È da sottolineare, al riguardo, lo stratagemma utilizzato dall’autore di indicare con una frase in grassetto i principali argomenti svolti nei capitoli, scelta che agevola la lettura ed anticipa, riassumendolo, il contenuto essenziale dei temi trattati. Grazie a tali titolature interne, che fungono da ermeneutica ed interpretazione generale di alcuni degli esponenti più significativi della parabola filosofica occidentale, l’architettura del libro rivela così una costruzione che va molto oltre i modesti propositi divulgativi con cui, in prefazione, viene presentato il saggio. Dal punto di vista di questo sforzo, non solo riassuntivo ma anche antropologico-interpretativo, il testo, effettivamente, non assomiglia affatto ad una storia della filosofia tradizionale, progetto che, del resto, non era nelle intenzioni dichiarate di Salmeri, ma piuttosto ad un cammèo filosofico, ad un’orlatura svolta intorno alle figure e ai principali tornanti del pensiero occidentale.

La seconda caratteristica meritoria, invece, risulta evidente dal formato del libro e dalle sue dimensioni. Le pagine che lo compongono sono infatti appena 180. Esso, in altre parole, come attesta peraltro il suo stesso autore, rappresenta in primo luogo una presentazione essenziale della filosofia occidentale: «Lo scopo di queste pagine è anzitutto offrire un’immagine della filosofia a coloro che nella loro formazione non hanno mai avuto l’occasione di studiarla direttamente» (p. 5). Il volume, di conseguenza, è mirato in primo luogo al lettore neofita, che viene introdotto alle grandi questioni della filosofia tralasciando tutte quelle informazioni di contorno biografiche e bibliografiche che, pur importanti, appesantirebbero l’esposizione e rallenterebbero la lettura e la comprensione delle problematiche affrontate. Scopo precipuo del testo, da questo punto di vista, è quello di mettere a contatto lo studente in modo immediato ed essenziale con le tematiche fondative della disciplina in questione. Questo libro, pertanto, nato «sul campo», ovvero dall’esperienza maturata durante un corso di Propedeutica filosofica con studenti provenienti da ogni continente, è il prodotto di una pedagogia filosofica che è risultata assimilabile anche da persone appartenenti a realtà culturali molto lontane da quella europea. È questa, ovviamente, una qualità che va a discapito della completezza storico-sistematica, peraltro esplicitamente esclusa dagli obiettivi dell’autore, che viene però compensata con la possibilità di accedere on line ad una sezione antologica curata dallo stesso Salmeri all’indirizzo https://mondodomani.org/pers/salmeri/intro/. L’esposizione che l’autore sviluppa nei vari capitoli, del resto, non si limita ad un meccanico sunto delle vicende filosofiche occidentali, e qua e là nelle pagine del testo, ed in particolare nelle note, Salmeri non manca di mettere in evidenza la sua comprensione di quali siano i nodi fondamentali del pensiero filosofico, specialmente nelle sue declinazioni teologico-religiose, una caratteristica questa che dà alla sua esposizione del pensiero occidentale un taglio piuttosto unico. Si consideri, per esempio, la nota dedicata a «Giovanni Duns Scoto e i maestri delle arti» (pp. 91-93), o le precisazioni su «filosofia e fede in Tommaso d’Aquino» (pp. 79-81), con relativo corollario su «lo statuto delle cosiddette «cinque vie» (81-83), o, per arrivare all’epoca moderna, quella su «Levinas ed il cristianesimo» (pp. 162-165).

Le due caratteristiche principali menzionate in apertura che a nostro avviso caratterizzano il testo, in ogni caso, ovvero l’originalità nell’esposizione del percorso filosofico occidentale in chiave antropologica, e la semplificazione non banalizzante dei suoi snodi principali, mascherano forse la natura autentica del saggio, che tradisce in verità un’ambizione che oltrepassa quella di una «piccola introduzione alla filosofia». Quest’ultima, anzi, sembra essere una sorta di pretesto per affrontare la questione più ampia del senso della filosofia per l’uomo d’oggi. È la natura stessa della filosofia, in altre parole, o meglio la sua legittimità ed il suo ruolo attuale, il tema che maggiormente sembra stare a cuore all’autore. Ciò è facilmente desumibile, per esempio, quando Salmeri, richiamandosi ad un interrogativo classico, si chiede se «bisogna dare ragione a chi afferma che comprendere la storia della filosofia è possibile solo quando già si possiede come criterio la “filosofia vera”, o piuttosto a chi ritiene che proprio la storia della filosofia dimostra che non esiste una cosa siffatta?» (p. 167). Questa introduzione più o meno storica alla filosofia, in definitiva, dà adito a Salmeri di riflettere «sulla» filosofia, e di farne una considerazione attuale ed attualizzante che ne mette in risalto sia il valore che i punti critici.

Il libro, da questo punto di vista, sfugge a qualsivoglia definizione, perché non può essere considerato un manuale, sia pure introduttivo, di storia della filosofia, ma piuttosto una riflessione sulla natura e sul valore presente e futuro della filosofia. L’indice soprattutto rivela lo sforzo fatto per dare una presentazione della filosofia non storico-schematica ma bensì rimeditata attraverso i suoi contenuti basilari. Dopo la prefazione, il primo capito ha per titolo: «L’alba della cura del sapere». Esso allude, cioè, alle origini della filosofia e l’autore su cui si invita a soffermare l’attenzione è Platone. Pensatore che, in tensione con Aristotele, ritorna anche nel secondo capitolo: «L’ideale della vita plasmata dalla filosofia». Nel terzo: «Conoscenza filosofica ed esistenza cristiana», Salmeri sviluppa invece prevalentemente le figure di Agostino e Tommaso, e coglie quindi l’occasione di riflettere sul rapporto tra filosofia e cristianesimo, e, in senso più ampio, su quello tra la scienza e la fede. Con il quarto capitolo: «Il compito della filosofia di fronte alla scienza», Salmeri salta dal medioevo alla modernità, e, passando attraverso l’affrancamento dall’autorità di Aristotele, Il discorso sul metodo di Cartesio, l’Etica di Spinoza e le critiche di Kant, affronta il problema gnoseologico e quindi, indirettamente, quello della nascita della scienza moderna. Nel quinto, invece, dal titolo: «Il travaglio dell’umanesimo contemporaneo», l’autore arriva ad analizzare le questioni dell’età contemporanea, e, passando attraverso la fenomenologia e gli interpreti di Husserl, in particolare Heidegger e Levinas, tocca le tragedie del ventesimo secolo e le ripercussioni che essa hanno generato nel cuore dell’uomo contemporaneo. È questo un capitolo preludio del sesto dal titolo: «La filosofia come impegno per l’uomo», il quale, raccogliendo le inquietudini e gli interrogativi dei pensatori citati, fa una sorta di valutazione sulla condizione attuale della filosofia, che sembra appunto timorosa ed impotente a suggerire indicazioni rassicuranti per il futuro. Le tragedie storiche del Novecento, del resto, possono effettivamente essere lette anche come un suo prodotto indiretto o come un suo fallimento, ed è oltremodo opportuno, quindi, sebbene Salmeri lo faccia in modo velato e senza usare toni provocatori, svolgere sulla filosofia e sulle aspettative che da essa è lecito attendersi una sorta di bilancio critico. Da questo punto di vista il sesto capitolo non è la fine del libro, ma la sua cornice. È importante, a questo riguardo, citare la definizione di uomo che viene data: «Ciò che chiamiamo “uomo” non è infatti solo l’insieme di certe facoltà spirituali e corporee, ma anche il risultato di una storia di elaborazione e trasmissione di prassi, idee e valori» (p. 168). Il sesto capitolo, in definitiva, permette di comprendere il Salmeri filosofo più che il Salmeri «storico» della filosofia. In esso emerge, altresì, l’amore stesso dell’autore verso la filosofia, nella convinzione che essa «che lo si voglia o no, costituisce buona parte dell’identità degli uomini contemporanei» (ivi). Da ciò, appunto, la giustificazione che legittima una riflessione appositamente dedicata allo stato di stallo che sembra oggi vivere il pensiero filosofico rispetto alle grandi questioni sollevate dalla postmodernità, ma anche orientata a valorizzare la potenzialità intrinseca e connaturata che essa ha di individuare soluzioni riparatorie e secolarmente salvifiche.

Venendo alle considerazioni critiche di rito, il limite più evidente del saggio coincide forse con il suo maggior pregio. Se il testo, cioè, ha il doppio merito di svolgere una divulgazione filosofica intelligente ed una riflessione contestualizzata sull’attuale momento critico attraversato dalla filosofia, resta però aperto l’interrogativo di come debbano essere classificate queste pagine. In quanto storia della filosofia, infatti, sebbene Salmeri affermi esplicitamente che essa non ha la pretesa di esserlo, la pubblicazione che trattiamo sarebbe troppo lacunosa e sommaria, ma nel medesimo tempo, come introduzione alla filosofia, essa è fin troppo ambiziosa con le sue riletture antropologiche e con gli approfondimenti specialistici contenuti nelle note. In una eventuale veste di riflessione autonoma sulla condizione attuale della filosofia, invece, il taglio scelto e l’approccio divulgativo risulterebbero ovviamente inadeguati a fornire qualcosa di più di semplici spunti e riflessioni seminali. Rimane il dubbio, in altre parole, se si sia di fronte ad un’introduzione storica alla filosofia, o non piuttosto ad una riflessione sulla filosofia che si appoggia sulla storia.

Al di là di ciò, il saggio è da valutarsi positivamente. Esso, intenzionalmente collocato a metà tra una storia della filosofia ed una dispensa, è destinato a diventare uno strumento prezioso per coloro che cercano una prima introduzione alla disciplina e, seppur limitato nella sua paginazione, possiede un triplice valore: esso è infatti un manuale propedeutico di storia della filosofia quando di quest’ultima svolge un’introduzione sintetica; è un approfondimento dettagliato di talune questioni specialistiche quando di esse fornisce attente note critiche; ed è un saggio autonomo quando, già in prefazione ma soprattutto nell’ultimo capitolo, propone una riflessione sul senso e la funzione della filosofia oggi. In virtù di tale interna poliedricità, il libro presentato è in verità una introduzione alla filosofia «non piccola». Il saggio, anzi, appare piuttosto essere un atto di amore in essa, un tributo a quello che la filosofia ha dato all’uomo e a quello che ancora può dargli al fine di affrontare il futuro con la necessaria fiducia e speranza.