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Età greca

Questo sommario ha lo scopo di indicare il piano complessivo. Solo i titoli dei capitoli finora pubblicati sono selezionabili.

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Amare la sapienza dialogando

La storia della filosofia greca è in gran parte la storia della nascita del concetto di filosofia, che si afferma soltanto ad Atene nel 5º sec. a.C., all'epoca di Platone. Prima di allora si gettano però le grandi premesse. Anzitutto la sapienza rappresentata dalla tradizione religiosa greca, in cui con grande libertà nel mondo divino viene proiettata quella comprensione della realtà che oscilla tra i poli della saggezza e della follia, dell'amore e della lotta. Poi, questa sapienza comincia ad incarnarsi in alcune figure, in parte ancora confuse nella leggenda, in cui viene affermata con orgoglio la scoperta individuale di una sapienza costituita di ricerca, di sforzo e pronta a gettare le basi di una nuova convivenza (Ferècide, Talete, Anassimandro, Pitàgora, Senòfane). Particolarmente importanti i tre grandi sapienti della fine del 6º sec. a.C. che gettano le basi per tre modelli interpretativi che avranno un'influenza straordinaria: Eraclito, Parmènide, Empèdocle.

Ma solo quando tutti questi differenti modelli, e altri ancora, troveranno spazio e si incontreranno ad Atene, incoraggiati dalla politica culturale di Pericle, alla sapienza individuale si aggiungerà la dimensione della razionalità, ovvero il metodo del confronto di idee e del dialogo. Accanto ad una ripresa degli antichi sapienti si assiste così ad Atene allo sviluppo grosso modo di tre tendenze. Una prima è orientata verso la natura (Anassàgora), talvolta studiata in polemica con modelli sapienziali percepiti come astratti e inefficaci (il medico Ippòcrate). Una seconda è orientata verso i problemi di convivenza suscitati all'interno della città democratica (Gorgia, Protàgora, Socrate) e tesa a cercare nuovi modelli educativi e politici. Infine, quasi raccogliendo i frutti di tale intenso dialogo, si affermano contemporaneamente tre scuole di formazione e tre «filosofie», cioè tre maniere per coltivare l'«amore di sapienza»: quella di Platone, intesa come un ritorno alle antiche intuizioni sapienziali filtrate attraverso il nuovo metodo del dialogo: esse costituiscono l'anima di quel mondo «ideale» che viene proposto come solo autentico oggetto di scienza e punto di riferimento per la vita politica; quella di Isòcrate, concepita come un sapere umanistico in grado di orientare nella vita cittadina; quella di Demòcrito, presentata come una nuova comprensione scientifica della natura in grado di dar fondamento ad una vita equilibrata e democratica. La storia successiva decreterà il successo della proposta di Platone, assegnando Isocrate alla storia della letteratura e Democrito addirittura al capitolo dei pensatori «presocratici».

Quando la cultura greca ha elaborato il concetto di filosofia, sta ormai al suo tramonto, ossia vicina a quella civiltà nuova per tanti aspetti e nota come «ellenistica». Si tratta di un mondo che deve fare i conti con una situazione politica incerta e tumultuosa, con l'affermarsi di una cultura sempre più scritta (e dunque sistematica e documentata) e sempre meno orale, con i primi successi della scienza e della tecnica, con una religione ormai profondamente razionalizzata. In questo quadro si delineano tre importanti scuole che affiancano l'Accademia di Platone: anzitutto il Liceo di Aristòtele, che fa da tramite tra l'età propriamente greca e quella ellenistica: in esso il mondo ideale di Platone viene cancellato riconoscendo nella stessa realtà sensibile l'esistenza di quel senso in grado di orientare la conoscenza e l'azione; poi lo stoicismo (la filosofia del «Portico»), che sulla base di una raffinata teoria logica e di una interpretazione della natura come permeata da una ragione universale svilupperà un ideale morale fondato sul rigore e la coerenza; infine l'epicureismo (la filosofia del «Giardino»), che proporrà una serenità esistenziale basata sulla riflessione critica sulle fonti della gioia e della sofferenza. Lo scetticismo da parte sua non costituirà una scuola in senso tecnico, ma una tendenza che tornerà periodicamente in auge sostenendo la necessità di un atteggiamento di distacco nei confronti di questioni irresolubili. È con tutte queste correnti, malgrado le loro profonde differenze, che si afferma l'idea comune di una filosofia attenta al confronto con il passato, concentrata sulla formazione della personalità e chiaramente distinta dall'impegno politico, fino a volte a caratterizzarsi come desiderio di pura conoscenza separata da ogni interesse pratico. Questa sarà la nozione che contribuirà all'ideale latino di «umanità».  

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Immagine vascolare di musa con cetra

Musa con cetra (Atene, 5º sec. a.C.). Nella cultura greca la musica (intesa in un senso ampio che comprendeva anche la poesia e la danza) era considerata la forma per eccellenza di educazione: essa formava l'anima così come la ginnastica formava il corpo. La musica greca antica è andata interamente perduta salvo pochi preziosi frammenti, quasi tutti tardi. Tra essi, l'epitaffio di Seikilos, del 1º sec. d.C. Il testo suona: «Finché sei vivo, brilla, e non ti intristire troppo di nulla. La vita dura poco e il tempo reclama il suo tributo».

Nel secolo d'oro di Atene, la filosofia si affianca come una «nuova musica»: di essa condivide l'origine divina e l'intento educativo, ma si sviluppa nelle forme del confronto razionale delle idee sull'uomo, la società, la natura.